In today’s article, I am going to talk about Italian fillers. These fillers can be words with a specific meaning or just exclamations, like Mah or Mmm. Their particularity consists in the fact that even if those words have a meaning, it is not relevant for the phrase. In fact, if we take off the fillers, the sentence will keep the exact same meaning. Interesting, isn’t it?
If you want to find out other Italian fillers and to know my tips for a better understanding of Italian speakers, keep reading!
Quante volte infatti vi sarà capitato di rimanere di sasso nell’ascoltare qualcuno e pensare “non capisco, non capisco” e di sentirsi abbattuti e frustrati? In questo articolo ho deciso di parlare di un argomento che vi aiuterà nella comprensione dell’italiano, in particolare della comprensione dell’italiano parlato dai madrelingua.
Nel seguente testo infatti troverete la spiegazione dei filler italiani i quali, una volta identificati, vi daranno una grossa mano nella comprensione della lingua. Ma andiamo subito al cuore di questo argomento e spieghiamo cosa sono.
Quali sono e a cosa servono i filler italiani
I filler o in italiano riempitivi sono delle parole che servono appunto a riempire gli eventuali vuoti. Sono una costante nelle conversazioni dei madrelingua, che li utilizzano in modo del tutto naturale quando sono incerti su cosa dire, quando hanno bisogno di raccogliere le idee prima di parlare, ma anche quando hanno bisogno di prendersi una pausa evitando quei silenzi imbarazzanti.
In Italiano ne abbiamo diversi e possiamo usarli all’inizio, nel mezzo del discorso oppure alla fine per chiudere una conversazione. Eccone alcuni:
-
- Ecco
- Sai
- Allora
- Vediamo
- Dunque
-
- Nel senso
- Praticamente
- In pratica
- Cioè
- Come
-
- Quindi
- Insomma
- Vabbè
- Diciamo che
- In conclusione
-
- Ecco
- Sai
- Allora
- Vediamo
- Dunque
-
- Nel senso
- Praticamente
- In pratica
- Cioè
- Come
-
- Quindi
- Insomma
- Vabbè
- Diciamo che
- In conclusione
Tutte le parole elencate hanno un significato ben preciso, ma quando si usano come filler ne diventano prive, diventando praticamente dei suoni che rompono e riempiono il silenzio. Spesso anche le interiezioni come ah!, mmh!, bah! beh! sono usate come riempitivi.
In ogni lingua sono presenti questi riempitivi, essi infatti donano alla conversazione una certa naturalezza, ma se si abusa di essi tutto il discorso risulterà poco convincente e l’oratore apparirà del tutto impreparato, indeciso ed insicuro.
Leggi il seguente dialogo:
a. Cosa farai sabato sera?
b. Mmh… Che vuoi che ti dica?! Ecco.. non lo so ancora.
a. Perché non andiamo a mangiare una pizza?
b. Mah, sai…. Può essere. Ti faccio sapere tra qualche giorno! Cioè.. È ancora lunedì… Vedi… Magari cambio idea!
a. Vabbè… allora chiamami tra qualche giorno e decidiamo!
Questo è solo un dialogo tra amici, ed è chiaro come il soggetto b, anche in una conversazione informale, appaia titubante e poco sicuro sul da farsi. Pensate se un capo parlasse in questo modo, oppure se ad una conferenza l’oratore abusasse dei vari mah, cioè, praticamente… Di certo non apparirebbe professionale e competente e il suo discorso sarebbe un vero disastro!
Consiglio per migliorare l’ascolto
Ora che conoscete alcuni dei filler italiani, provate a fare questo esercizio. Ascoltate l’intervista di un personaggio italiano che vi piace e cercate di individuare i filler, cioè quelle parole che non hanno nessuna rilevanza nel discorso, le parole che in quella posizione sono del tutto prive di significato. Ascoltate l’intervista una seconda volta, e questa volta cercate di isolare i filler e di concentrarvi solo sulle frasi piene di significato.
Vedrete che con un po’ di pratica riuscirete ad individuare i filler e a non sprecare energie, cercando ad esempio di ricordare una parola della frase per poi tradurla (e aggiungerei facendo una traduzione inutile)! Questo semplice esercizio vi preparerà ad affrontare la sfida più grande, quella di comunicare con un madrelingua.
Conclusione
I madrelingua acquisiscono e imparano a usare i filler naturalmente, in modo inconsapevole, seguendo regole non dette. I filler infatti non si possono imparare sui libri, essi sono propri del parlato e non si trovano nella forma scritta, a meno che ovviamente si voglia riprodurre il linguaggio orale, come nei dialoghi.
I riempitivi si imparano vivendo la lingua, ascoltando i parlanti nativi e il modo in cui essi usano queste parole e le posizionano nel discorso, per poi usarli quando ci si sente pronti e lo si ritiene opportuno.

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