Would you like to talk like a native speaker? Use Italian structures!
In today’s article called “Parla come gli italiani: Usa strutture italiane! (seconda parte)”, I will explain to you how to use Italian structures and I will let you know the most common mistakes made by my students.
If you missed the first part make sure you to read it!
Qual è la cosa che differenzia un madrelingua da uno straniero che sta imparando una lingua? Molti di voi diranno la pronuncia, altri la scorrevolezza con la quale ci si esprime. Certo, queste sono tutte cose sacrosante e che hanno la loro importanza, ma se riuscite a usare le strutture tipiche di una data lingua queste cose passeranno in secondo piano e riuscirete a far mostra di un italiano (nel caso che a noi interessa) coi fiocchi.
Dunque, se siete qui è perché siete interessati a utilizzare correttamente le strutture italiane, o probabilmente perché avete letto o ascoltato la prima parte di questo articolo. Ma, se nell’articolo precedente le srutture prese in esame erano tutte piuttosto semplici, in questo vi presenterò strutture di complessità crescente, da quelle più semplici a quelle più complesse, che perfino gli studenti con un livello molto avanzato faticano a padroneggiare.
1. Esprimere opinioni
Chi di voi non ha mai pronunciato almeno una volta nella vostra lingua o nella lingua che stavate imparando il corrispondente dell’inglese I think so, I don’t think so?
Sicuramente tutti voi avete usato queste frasi, anche in italiano, ma prestate attenzione alla forma: quella corretta è Penso di sì. Penso di no e mai penso che si, penso che no, come ho sentito tante e tante volte.
2. Usa l’aggettivo possessivo
In italiano usiamo molto gli aggettivi possessivi, forse molto più che in inglese. Un sacco di volte infatti ho ascoltato
- Il marito di lei, gli amici di noi,
che devo ammettere sono comprensibili ma non corretti al 100 per cento. Allora in questi casi è meglio usare frasi come la seguente:
- L’amico di suo figlio è in gamba
che è sempre meglio prediligere ad un più astruso L’amico del figlio di lui è in gamba.
3. Attenzione al che
Chiunque studi l’italiano da un po’ di tempo sa che nella nostra lingua ci sono delle parole particolarmente importanti perché usate più spesso delle altre. Tra queste ricordiamo i verbi ausiliari essere e avere e il verbo fare, vero e proprio jolly in quanto è usato in tantissime espressioni. Non ultimo è il famoso “che”, che ci aiuta ad unire parti diverse della stessa frase.
Esso funge da pronome relativo e da congiunzione. Eccoci arrvivati dunque a uno degli errori più commessi: usare il chi laddove dovrebbe essere usato il che, come negli esempi seguenti:
- La donna chi vedi è mia zia.
- Le persone chi parlano sono di un’altra città.
In entrambi i casi l’aggiunta del chi è sbagliata. Quel chi deve essere sostituito necessariamente dal che per formare frasi italiane corrette.
4. Prossimo vs successivo
Cominciamo ad addentrarci in cose un tantino più complicate ma che se usate la logica avranno senso per voi anche se non siete madrelingua italiani.
In realtà ho già parlato di questo in un articolo nel quale ho spiegato ampiamente come usare prossimo, successivo e anche scorso e precedente. Visto però che
continua ad essere un errore frequente commesso anche da chi parla già bene l’italiano mi sembra giusto ripeterlo anche qui.
Usiamo prossimo quando si parla del futuro rispetto al presente, e il mio tempo comincia a scorrere da ora, dal momento in cui parlo.
- La settimana prossima vado in vacanza.
Ma se io a questa frase aggiungessi un altro dettaglio:
- La settimana prossima vado in vacanza e la settimana prossima torno al lavoro.
Questa frase risulterebbe errata e di difficile comprensione, perché qui devo necessariamente usare le parole successiva o seguente. Sentite ora la frase corretta:
- La settimana prossima vado in vacanza e la settimana successiva torno al lavoro.
Non vi sembra molto più bella?
Ora, ricordate che l’inglese in questo caso può venire in vostro soccorso:
– Prossimo = next
– Successivo = following
5. Usate quello che
Come tradurreste in italiano: “This is what I read!”? È una frase abbastanza semplice, non è vero?! Ma ciò che mi sorprende è il constatare che la traduzione più semplice in italiano è anche quella più distante e meno logica per i miei studenti.
Vi ho già parlato dell’importanza di non tradurre letteralmente e questo, in questo caso particolare si rende assolutamente necessario.
Dunque, la traduzione della frase precedente “This is what I read!” in italiano è “Questo è quello che leggo!”. Spessissimo però si tende a tradurre frasi con questa costruzione nel modo seguente: Questo è che leggo.
Nonostante possiamo essere in grado di comprenderla senza troppe difficoltà noi italiani, ascoltando la frase, ci rendiamo conto che è un tantino incompleta, che le manca qualcosa: il famoso quello che.
Potrei farvi altri mille esempi del genere:
– This is all I do/ this is all I did = Questo è tutto che ho fatto ==== Questo è tutto quello che ho fatto.
– This is what is possible = Questo è che è possibile ==== Questo è quello che è possibile.
– You need to do what I say = Devi fare che voglio ==== Devi fare quello che voglio.
Talvolta ma non sempre, l’inglese what può essere sostituito anche da una sola parola italiana: cosa. Nei casi seguenti vedrete che la scelta dell’una o dell’altra opzione non fa cambiare di una virgola il significato della frase!
– Tell me what you think = Dimmi quello che pensi / Dimmi cosa pensi.
– This is what I do = Questo è quello che faccio / Questo è cosa faccio.
Ricordate che l’uso di cosa non è possibile in tutti i casi, proprio per questo motivo, per evitare inutili confusioni vi consiglio di far pratica con “quello che” e, almeno per il momento, lasciare da parte l’uso di “cosa”, anche se ad un primo sguardo può sembrare di più facile utilizzo.
Conclusione
Anche in questo articolo, come in quello precedente abbiamo visto una lunga carrellata di strutture italiane che sono considerate spesso difficili da usare per i miei studenti e che di frequente conducono ad errori.
Prendetevi il tempo per leggerle, analizzarle e capire se anche voi avete difficoltà nell’usarle o se per voi sono un gioco da ragazzi. Ma vi garantisco che una volta individuati gli errori e come correggere gli stessi non vi fermerà più nessuno e riuscirete a parlare l’italiano usando le strutture proprio come i madrelingua!

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