In this article called “Verbi simili dal significato diverso”, I talk about five couples of Italian verbs very similar to each other but completely different in their meanings.
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Che ne pensate dei verbi italiani? Sono difficili? Sono tanti?
Beh, è un dato di fatto che in italiano ci sono tanti modi e tanti tempi verbali oltre a tipi diversi di verbi.
Quest’oggi, come avrete già notato dal titolo di questo articolo, vorrei concentrarmi su verbi simili tra loro ma che hanno un significato diverso.
So che questa introduzione potrebbe confondervi un tantino, e per evitare qualsiasi tipo di disorientamento ritengo opportuno fare un passo indietro.
In italiano, così come nelle altre lingue, ci sono tanti tipi di verbi: regolari, irregolari, transitivi, intransitivi, modali, ausiliari e così via.
Ci sono dei verbi che potremmo definire “normali a tutti gli effetti” perché terminano con -are, -ere, -ire, e si coniugano seguendo le regole che tutti voi avete imparato fin dall’inizio. Altri invece, nonostante terminino all’infinito con le stesse finali, sono in realtà irregolari. Ci sono poi verbi chiamati riflessivi, la cui finale dell’infinito non è più -are, -ere e -ire, ma -si.
Attenzione però!
Nella maggior parte dei casi il significato di questi due tipi di verbi che abbiamo appena esaminato resta lo stesso. Ad esempio, se prendiamo i verbi divertire e divertirsi, possono essere spiegati entrambi con “il passare un bel momento, trascorrere del tempo piacevole”.
Allora, qual è la differenza tra i due? La differenza sta nel soggetto e nell’oggetto dell’azione, che coincidono con i verbi riflessivi, mentre non corrispondono nei verbi regolari e irregolari non riflessivi. Quindi spiegandolo ancora più chiaramente il significato coincide, ma non il modo in cui essi sono usati.
Proviamo a fare degli esempi per eliminare eventuali dubbi:
- Divertire: Il comico diverte il pubblico (il soggetto, il comico, diverte un altro oggetto, il pubblico).
- Divertirsi: Il comico si diverte (dove il soggetto, il comico, diverte se stesso, l’oggetto).
Dunque come abbiamo già accennato nella maggior parte dei casi questo significato coincide, si pensi ad esempio a:
- Preoccupare – Preoccuparsi
- Vestire – Vestirsi
- Truccare – Truccarsi
e così via, ma l’uso, e con uso intendo il modo in cui questi verbi vengono coniugati, è diverso.
Attenzione però!
Ci sono casi dove il significato non corrisponde, e nell’articolo di oggi voglio proprio mettervi in evidenza alcuni di questi verbi che spesso sono causa di errore da parte dei miei studenti. Vediamoli insieme:
1. Sentire – Sentirsi
Molto spesso ho sentito dagli studenti principianti la seguente domanda: “Ilaria come senti?”, che per un italiano corrisponde più o meno a:
- Funzionano bene le tue orecchie?
- Hai per caso problemi di udito?
Tutte cose che ovviamente ai miei studenti non interessava chiedere.
Dopo la mia iniziale perplessità mi sono resa conto che il problema stava nel fatto che essi consideravano sentire alla stregua di sentirsi. Cioè per loro i due verbi avevano stesso significato anche se non è così. Facciamo chiarezza con altri esempi:
Sentire = to hear, to smell
- Non urlare. Ti sento forte e chiaro!
- Sento un buon profumino. Cosa hai preparato?
Sentirsi = to feel
- Ti senti bene oggi?
- Sì, mi sento alla grande!
2. Aspettare – Aspettarsi
Un’altra coppia di verbi della quale vorrei parlarvi è aspettare e aspettarsi. In realtà l’errore più frequente inerente ad essi è l’uso improprio di aspettare. Vi faccio un esempio:
- Aspetto che tu arrivi in tempo questa volta.
- Non aspettavano un temporale così forte.
È chiaro perché ho definito improprio l’uso del verbo? In entrambi i casi nelle frasi appena viste si usa il verbo aspettare, il cui significato è attendere. Ma ricordate che:
- Aspettare: to wait.
- Aspettarsi: to expect.
Da questa spiegazione possiamo dedurre che le frasi hanno bisogno di un verbo diverso affinché funzionino:
- Mi aspetto che tu arrivi in tempo questa volta.
- Non si aspettavano un temporale così forte.
Ecco invece delle frasi corrette formulate con il verbo aspettare:
- Sto aspettando l’autobus.
- Aspettano il suono della campanella per andare a casa.
3. Trovare – Trovarsi
Ecco altri due termini simili ma non uguali, e anche in questo caso cerchiamo di spiegare il perché facendo ricorso alla loro traduzione di inglese:
- Trovare = To find
- Trovarsi = to be located, to feel
Da quanto potete notare la differenza tra questi due verbi è abissale. Proviamo quindi a formulare delle frasi per capire meglio come funzionano nel contesto.
- Camminando ha trovato un portafoglio.
- Avete avete trovato i biglietti per il concerto?
- Dove si trova la scuola che frequenta tuo figlio?
- Mi hanno detto che si trovano molto bene nella città in cui si sono trasferiti.
Ora, dopo aver formulato queste frasi mi sembra evidente che tutti voi, anche se non avete tanta familiarità con questi verbi e se non li conoscete a fondo, vi potete rendere conto del significato totalmente diverso a seconda dell’uso e del contesto nel quale li inseriamo.
4. Pronunciare – Pronunciarsi
Chi non conosce la parola pronunciare? Tutti la conoscono, sicuramente anche voi che state imparando una nuova lingua, che leggete il mio blog e ascoltate miei podcast perché siete interessati all’italiano. E allora quante volte vi sarà capitato di chiedere al vostro insegnante di italiano o ai vostri amici italiani:
- Come pronunci questa parola?
- Come si pronuncia questa frase?
Pronunciarsi invece?
Pronunciarsi come forma riflessiva non significa produrre suoni così da rendere il suono pulito è chiaro come nel verbo pronunciare, ma significa esprimere un’opinione. Ad esempio:
- E tu cosa pensi di quanto è successo?
- Preferisco non pronunciarmi,
che in pratica significa preferisco non dire, non far sapere il mio parere su quanto è accaduto.
Potremmo usare anche lo stesso verbo per questioni più formali e burocratiche ad esempio:
- La giuria si è pronunciata a favore dell’imputato, cioè ha dichiarato che per i giurati l’accusato non era colpevole.
5. Disporre – Disporsi
Ecco l’ultima l’ultima coppia che voglio esaminare quest’oggi: disporre e disporsi.
Sono uguali? Sono diversi? Beh, diciamo che la risposta dipende dal contesto e dalla frase con cui abbiamo a che fare. Ci sono infatti due definizioni che emergono da questi verbi:
- Avere a disposizione.
- Posizionare, collocare qualcosa o qualcuno in un dato modo.
Dunque, se ci interessa utilizzare la prima opzione (avere a disposizione), disporre è la scelta più giusta ad esempio:
- Fortunatamente per lui, dispone di tempo e denaro.
Ma se vogliamo usare la seconda definizione entrambi i verbi sono giusti. Facciamo delle frasi per capire meglio ciò che intendo:
- Disponi tutti i documenti sul tavolo.
In questo caso il soggetto (tu) e l’oggetto (i documenti) sono diversi e non coincidono, per questo uso il verbo disporre. Ma se dicessi:
- Disponetevi in fila indiana!
Il verbo che sto utilizzando qui è disporsi perché in questo caso il soggetto (Voi) è l’oggetto (voi stessi) corrispondono. Va da sé che in questo caso il riflessivo è d’obbligo.
Conclusione
In questo articolo, vi ho proposto 5 coppie di verbi molto simili tra loro. Da quanto avete notato però il modo in cui si usano, nonché il loro significato, varia a seconda del loro essere riflessivi oppure no.
È piuttosto importante imparare questi tipi di verbi o almeno quelli più comuni perché questa conoscenza vi faciliterà l’esprimere idee e il capire i concetti, e cosa non meno importante vi consentirà di eliminare qualsiasi dubbio e ambiguità.

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