A new year is here, and like always, we write a list with our good resolutions. I did it too last year! I wrote down that I wanted to monitor my English for an entire year. And now, a year later, you can read in the following lines and listen to the results of my experiment!

Il nuovo anno porta con sé una ventata di aria fresca e con essa arrivano anche i tanto amati buoni propositi.

Sono sicura che tutti, nessuno escluso, ci siamo ritrovati tra il 31 dicembre e il mese di Gennaio a stilare liste su liste di buoni propositi con i quali dare una nuova direzione alla nostra vita. Mettersi a dieta, fare più palestra, disintossicarsi dai social, mettersi in pari con gli esami universitari sono solo alcuni esempi…

Ma spesso il calo della motivazione e la mancanza di tempo diventano le scusanti principali per le quali ci impigriamo e non perseguiamo i nostri obiettivi.

L’anno scorso, alla fine dell’anno, ho scritto un articolo col quale lanciavo una sfida a me stessa ma anche a tutti voi, nel quale esprimevo la volontà di monitorare il mio livello di inglese per vederne il suo evolversi.

Ecco le cose sulle quali avevo deciso di lavorare l’anno scorso:

  • Studiare il programma b2 da sola
  • Leggere una serie di libri in inglese di difficoltà crescente
  • Fare lezione con regolarità con un insegnate madrelingua

Analizzando i seguenti punti posso affermare che alcuni dei propositi che mi ero prefissata sono stati raggiunti senza problemi, altri invece un po’ meno, ma la cosa positiva che mi preme sottolineare è che comunque ho lavorato con costanza per un intero anno.

Esaminiamo più nel dettaglio i punti su citati:

1. Studiare il programma B2 da sola

Ahimé, devo ammettere che non ho portato a termine lo studio del programma B2 perché pur volendo raggiungere fortemente quell’obiettivo per me era importante sopperire ad alcune lacune prima di andare avanti. 

In particolare mi sono lasciata ispirare da una mia studentessa la quale, nonostante parlasse già piuttosto bene l’italiano, ha deciso di ripartire approfondendo il programma A2, studiando o ristudiando tutti gli argomenti e seguendo pedissequamente il programma del libro. 

E dati i risultati da lei raggiunti mi sono detta che probabilmente anche a me avrebbe fatto bene tornare indietro partendo da un libro A2, per avere delle basi più solide e proseguire il mio percorso verso il livello B1 e B2.

2.  Leggere una serie di libri in inglese di difficoltà crescente

Tra i libri che mi ero prefissata di leggere in inglese ce ne erano molti di difficoltà crescente, fino ad arrivare ad alcuni classici della letteratura inglese. Sono riuscita a leggerne alcuni, non tutti purtroppo, e in particolare ho letto quelli un po’ più semplici che potevo leggere la sera dopo il lavoro, prima di addormentarmi.

Diciamo che ho letto quelli che mi consentivano di godermi la lettura senza risultare troppo pesanti o impegnativi dopo una lunga giornata.

Da una parte mi sento un po’ in colpa a non aver letto tutto quello che mi ero prefissata ma bisogna anche considerare che sono un’insegnante di italiano e dato il mio lavoro è opportuno che io legga anche in questa lingua, per avere argomenti di conversazione e per consigliare i libri che mi sono più piaciuti di più o che ritengo essere adatti al livello dei miei studenti.

Con questo non voglio giustificarmi o farvi credere che che mi sono arresa e che conclusosi l’anno dell’esperimento non ho più intenzione di leggere in lingua straniere, anzi… La sfida continua! E per mantenere alta la motivazione ho già comprato altri libri in inglese…

Ricordate, come dico sempre: imparare una lingua è un processo lungo che, purtroppo o per fortuna, non finisce mai!

3. Fare lezione con regolarità con un insegnate madrelingua.

Posso affermare con fierezza di essere riuscita a fare lezioni d’inglese con un’insegnante madrelingua con costanza, e la cosa che mi fa più piacere è che anche quando la mia insegnante non era disponibile, perché era in vacanza o perché aveva impegni personali, ho sopperito alla sua mancanza con scambi linguistici con una mia studentessa americana, che ormai è più un’amica che una semplice studentessa. 

Insomma, per questo punto penso proprio di meritarmi una bella pacca sulla spalla! :)

Sai comunicare con i madrelingua inglesi?

Alla fine dell’articolo scritto lo scorso anno, oltre a elencare questi 3 punti dei quali ho già discusso e sui quali ho espresso la mia valutazione, c’era una domanda, quella che può essere considerata la domanda delle domande per tutti coloro che studiano una lingua straniera:

Sai comunicare con i madrelingua inglesi?

Beh, direi che nel complesso sono in grado di comunicare con loro su temi diversi, soprattutto quelli più ricorrenti, come quelli che riguardano la quotidianità e l’attualità. 

È un fatto però che questa capacità diminuisca nettamente lì dove ci sono dei temi più specifici e settoriali, dei quali dovrei approfondire il vocabolario per sentirmi a mio agio nel parlarne.

Inoltre un’altra cosa che mi sento di evidenziare, per dovere di cronaca, è la maggiore facilità da parte mia nel comprendere gli americani piuttosto che i britannici, sia perché l’americano è stato il primo accento con il quale sono entrata in contatto, sia perché la mia insegnante è americana, dato che conta non poco.

Nonostante ciò e nonostante molti dicano che capire l’inglese degli stati uniti è più che sufficiente, (perché è quello più diffuso ed è quello con il quale siamo costantemente martellati) mi rendo conto che questa è una cosa sulla quale dovrei lavorare, per potermi sentire sicura e a mio agio non solo con gli studenti, ma con qualsiasi persona parli inglese, indipendentemente dal suo luogo d’origine.

Ultime considerazioni

Prima di concludere vorrei fare delle ultime considerazioni dell’anno appena trascorso.

L’esperimento effettuato mi fa essere abbastanza positiva, perché anche se non sono riuscita a portare a termine tutto quello che mi ero prefissata, mi ha fatto apprezzare una volta di più la mia costanza e la mia motivazione. 

Certo, nella vita si possono fare degli espluà pazzeschi, raggiungere ottimi livelli in poco tempo, come quando ci si prepara per gli esami universitari ad esempio, ma da che mondo è mondo è la goccia che con il suo incedere rigoroso e costante scava le rocce; ed è il lavoro costante che ci fa arrivare lontano giorno dopo giorno.

ila firma

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