In today’s article called “Accento italiano”, I am talking about one of the most difficult things my students come across. In fact, when it comes to read Italian or when they need to pronounce specific words they often struggle in understanding the right place of the words’ accent.
In the following lines I shared with you some rules/tips that I hope you’ll find useful.
Come ve la cavate con la lettura? E come va con la pronuncia delle parole italiane?
Sono sicura che la maggior parte di voi non ha grandi problemi nel pronunciare correttamente i vocaboli. E allora in che cosa consiste la difficoltà dell’italiano?
Come già spiegato ampiamente in un mio vecchio articolo chiamato Gli accenti italiani,
…Una delle cose più complicate per i miei studenti, che spesso viene fuori durante gli esercizi di lettura, è capire dove va l’accento delle parole italiane.”
Nello stesso articolo ho anche spiegato che a seconda del punto in cui cade l’accento possiamo trovare vari tipi di parole: tronche, piane, sdrucciole e via dicendo…
Ovviamente non è mia intenzione ripetermi, per questo se non ricordate quanto detto precedentemente correte ad informarvi, visto che oggi vorrei approfondire questo argomento dandovi però dei consigli ancora più pratici per pronunciare le parole italiane.
Voglio analizzare cioè alcuni modi e tempi verbali e condividere con voi alcune “regole nascoste” da usare per far cadere l’accento nel punto giusto.
1. L’infinito dei verbi in -ere
Generalmente i verbi all’infinito mettono l’accento sulla penultima sillaba (per intenderci sulla a di -are e sulla i di -ire) come nei seguenti verbi: mangiàre, prenotàre, dormìre, poltrìre…
Ma cosa succede ai verbi della seconda coniugazione, quelli cioè che terminano con -ere? La maggior parte di essi mettono l’accento sulla prima sillaba: lèggere, scrìvere, mèttere, prèndere, e così via…
Attenzione ai verbi un po’ più lunghi, quelli formati cioè da 4 sillabe o più sillabe e non solo da 3: ricèvere, resìstere, pretèndere, prométtere, introméttersi… Essi pongono l’accento sulla terzultima sillaba.
P.S. Non so se l’avete notato ma anche i verbi formati da 3 sillabe mettono l’accento sulla terzultima sillaba. Ma per tutti noi è più facile contare da sinistra a destra e non viceversa!
2. Verbi all’indicativo presente
Quando i miei studenti (principianti in particolar modo) devono coniugare i verbi riscontrano delle difficoltà nella forma plurale dell’indicativo presente, in particolare quando il soggetto è “loro”.
Perché succede questo? Perché qualsiasi sia la finale del verbo infinito (-are, -ere, -ire) l’accento cade sempre sulla penultima sillaba tranne, appunto, con il soggetto loro.
Le coniugazioni che seguono vi faranno capire meglio cosa intendo e, come già detto, prestate particolare attenzione al soggetto loro.
Mangiare
màn-gio
màn-gi
màn-gia
man-già-mo
man-già-te
màn-gia-no
Credere
crè-do
crè-di
crè-de
cre-dià-mo
cre-dè-te
crè-do-no
Dormire
dòr-mo
dòr-mi
dòr-me
dor-mià–mo
dor-mì-te
dòr-mo-no
Da quanto detto finora è chiaro che dovete sempre prestare attenzione alla 3 persona plurale dell’indicativo presente, per mettere l’accento al posto giusto anche se dal punto di vista uditivo il soggetto loro può sembrare una nota stonata.
3. Verbi all’indicativo imperfetto
La stessa cosa detta per la sezione precedente vale anche per la forma “loro” dell’indicativo imperfetto, in cui l’accento è anticipato rispetto alle altre forme verbali, cadendo nuovamente sulla terzultima sillaba.
Ecco ancora un esempio di ciò che intendo:
Mangiare
man-già-vo
man-già-vi
man-già-va
man-gia-và-mo
man-gia-và-te
man-già-va-no
Credere
cre-dè-vo
cre-dè-vi
cre-dè-va
cre-de-và-mo
cre-de-và–te
cre-dè-va-no
Dormire
dor-mì-vo
dor-mì-vo
dor-mì-va
dor-mi-và–mo
dor-mi-và-te
dor-mì-va-no
4. Verbi all’imperativo
Anche quando usate l’imperativo dovete prestare attenzione a dove cade l’accento poiché, anche con questo modo, l’accento varia a seconda della forma verbale. E dalla tabella che segue potete facilmente notare che anche qui la forma più insidiosa è quella avente come soggetto “loro”, in cui l’accento cade nuovamente sulla terzultima sillaba:
Mangiare
–
màn-gia
màn-gi
man-già-mo
man-già-te
màn-gi-no
Credere
–
crè-di
crè-da
cre-dià-mo
cre-dè-te
crè-da-no
Dormire
–
dòr-mi
dòr-ma
dor-mià-mo
dor-mì-te
dòr-ma-no
Molti studenti trovano l’uso dell’accento con l’imperativo particolarmente difficile, ma in realtà la difficoltà principale viene dalla combinazione della forma verbale con i pronomi.
Data la complessità di questo argomento e visto che ho già messo in luce molti aspetti a cui prestare attenzione, preferisco rimandare la spiegazione di questo argomento ad un’altro momento e ad un altro articolo!
Conclusione
Coloro che studiano l’italiano trovano spesso di difficile comprensione capire dove va l’accento in questa lingua. Qquesto è chiaramente intuibile dal fatto che gli unici segni grafici che usiamo in italiano sono l’apostrofo e l’accento, posto però graficamente solo sull’ultima sillaba.
Ecco perché spero che questo articolo, nel quale ho cercato di mettere in evidenza quelle che ho definito “regole nascoste”, possa esservi utile e possa aiutarvi a usare i verbi italiani senza alcuno stress, non solo dal punto di vista della coniugazione ma anche e soprattutto dal punto di vista dell’accento.

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